lunedì 8 ottobre 2012

Com'è bello far... Design

Chi non è mai stato al cinema a vedere una sana commedia all'italiana? Chi non conosce il regista Fausto Brizzi? Chi non adora l'esilarante simpatia di De Luigi e la bellezza mozzafiato della quarantenne Claudia Gerini? Ed infine chi non ha mai parlato di sesso???

Ecco un film che riassume in tutto e per tutto problematiche legate all'amore e al sesso in chiave leggera e scherzosa, ma sempre con un occhio di riguardo alla morale; il titolo?! Com'è bello far l'amore, film uscito nelle sale nel 2012 e che ha riscosso parecchio successo. Come già detto il film è di Brizzi ed il cast presenta pezzi da novanta: De Luigi e Gerini i protagonisti, affiancati da Filippo Timi, Virginia Raffaele e Michele Foresta. Importanti sono i cammei di personaggi noti come: Margherita Buy, Franco Trentalance, il sessuolo Marco Rossi, Lillo, Enzo Salvi ed altri.


Giulia ed Andre, coppia di quarantenni con un figlio già adulto, hanno problemi nella sfera sessuale; ciò rimane in secondo piano grazie alla quotidianità ma quando all'improvviso Max Lamberti, pornodivo americano nonchè amico di Giulia, piomba nella casa e nella vita della coppia tutto cambia. Max improvvisamente diventa il consigliere e il sessuologo prima della moglie, e pian piano del marito, e grazie a lui i due rincontrano l'amore perso attraverso giochetti erotici, preservativi ritardanti, bambole gonfiabili e locali molto trasgressivi.

E che dire delle ambientazioni... parte del film girata in casa o in luoghi chiusi: sexy shop o locali, ed in essi vi sono pezzi di design, conosciuti come la poltrona Sacco e la sedia Eyeball.


Seduta Sacco di Piero Gatti, Cesare Paolini & Franco Teodoro, 1968. Prodotta da Zanotta. Sacco di vinile di forma oblunga riempito di palline di polistirolo espanso ad alta resistenza. I rivestimenti sono svariati tra cui una versione sfoderabile. La Sacco fu selezionata per il Compasso d'Oro nel 1970, ma non lo vinse; ciò non toglie che da subito divenne un pezzo cult del design italiano tale da rimanerlo fino ad oggi; nel 1973 vinse il premio BIO 5 Ljubljana. La Sacco nacque dalla volontà dei tre progettisti di "progettare oggetti il più possibile flessibili, in grado di adattarsi a situazioni, comportamenti e strutture fisiche diverse" come lo stesso Gatti dichiarò; infatti la non-forma della seduta portava finalmente l'oggetto a modellarsi al soggetto in base a suoi stati d'animo. Da sottolineare è anche che la forma e la voluta non struttura preformata della poltrona è nata pensando ai vecchi giacigli contadini, fatti di foglie di castagno. Must have per l'estero, tutti la vogliono tanto che la Sacco è stata esposta in 26 musei internazionali; ma per gli italiani essa non è solo l'apice del design italiano ma anche la seduta che lotta con il famoso Giandomenico Fracchia, interpretato da Paolo Villaggio. Egli è uno sfortunato dipendente che a colloquio con il capo nel suo ufficio, trova seria difficoltà nel sedersi, appunto sulla Sacco. Una curiosità è che, pare sia stata  un'idea di una costumista televisiva di usare la seduta nel film. 


Nel 2008 la Sacco ha compiuto 40 anni e per festeggiare l'anniversario sono stati esposti, al Salone del Mobile di Milano, 40 pezzi Limited Edition con i più strani rivestimenti: lurex, peluches, seta, broccato ed altri


Seduta Eyeball di Eero Aarnio, 1967. Prodotta da Adelta. Struttura esterna in vetroresina a forma di uovo con piedistallo centrale girevole, rivestimento interno arancio-rosso. Successiva alla sua sorella Ball chair, la Eyeball differisce solo per la forma; la prima una semplicissima sfera tagliata per una parte, la seconda più simile ad un uovo, sempre con una parte tagliata, così da creare un abitacolo, una stanza nella stanza. Adatta per gli interni, la seduta permette di estraniarsi dall'esterno grazie alla struttura a guscio che ha doppia valenza: protezione ed isolamento. Riuscendo ad attenuare i rumori esterni, la suddetta poltrona riesce a creare un ambiente di relax e di accoglienza per il fruitore. Caposaldo del design finlandese, la Eyeball strizza l'occhio agli interni come all'architettura a 360°.

Terzaghi Claudia



giovedì 20 settembre 2012

La Cobra illumina MiB3

Chi almeno una volta non ha sentito parlare degli agenti J & K? Chi non ha mai sognato di vestire i panni dei Men in Black? Chi vorrebbe essere al loro posto??? 

Men in Black è una trilogia, il genere è commedia ma per la trama e il lavoro dei due agenti si sconfina nella fantascienza, mantenendo sempre il lieto fine. Il primo film è uscita a distanza di quindici anni dall'ultimo, il secondo nel 2009, e l'ultimo: Men in Black 3 appunto nel 2012.

Il regista della serie cinematografica è Barry Sonnenfeld, tra gli attori di maggior spessore troviamo Will Smith e Tommy Lee Jones. A differenza dei primi due, il finale (ma non è detto perchè potrebbe essere in cantiere un quarto episodio) non è ambientato nel futuro, ma nel passato, specificamente nel 1969. La scelta è stata spiegata dal regista: "Il 1969 è l’anno in cui è stato fatto il primo lancio sulla Luna e quindi è stato il primo contatto con un altro corpo planetario. Quindi per un film che parla di alieni è un punto di partenza. Ma non solo il 1969 è stato anche un anno di cambiamenti, di moda e di musica, di cultura e di Andy Warhol." 


Gli agenti J & K sono per l'ennesima volta alle prese con la lotta contro alieni ed entità malvagie che infestano il mondo. A sto giro il criminale intergalattico Boris l'Animale fugge dalla prigione super blindata sulla Luna con lo scopo di tornare nel 1969 ed uccidere l'agente K, ancora giovane, ed azionare varie dinamiche tali che si mondo venga distrutto. Boris riuscendo a raggiungere il '69, riesce nel suo intento di omicidio cancellando così esistenza di K nel presente. Solo l'amico J si ricorda di lui, così anche lui viaggia nel tempo per andare a salvare l'amico e collega...

Nell'ambientazione asettica e minimalista in cui si svolge il film, non poteva non esserci un pezzo di design... questa volta, tra l'altro, un made in Italy; la lampada Cobra.


Lampada da tavolo Cobra di Elio Martinelli, 1968. Prodotta da Martinelli Luce. Struttura con braccio girevole in resina di colore bianco e riflettore interno in metallo verniciato anch'esso in bianco di diametro 40 cm. La Cobra è uno dei primi apparecchi illuminanti prodotti con stampaggio unico. La linea è semplice e fluida, inoltre, il tutto è come se inscritto in una sfera, la quale è dotata di un braccio rotante tale da permettere al riflettore di assumere una posizione ricordante una testa di serpente, pronta all'attacco. Con la rotazione della parte superiore, contenente la sorgente luminosa, si ottiene una base concava ideale come comodo portaoggetti. Nel 2008 è stato inaugurato il quarantesimo compleanno con un'edizione limitata, di 300 soli pezzi, di colore nero. L'eleganza del colore ha reso l'impeccabile signora del '68 in una nuova lampada moderna e d'altri tempi, adatta sia per ambienti domestici, casalinghi; ma anche per uffici o spazi pubblici. Ma chi non la vorrebbe sul proprio comodino?!
Piccola nota da intenditori: la Cobra nella sua silhouette e scultoreità ricorda le opere architettoniche dell'architetto brasiliano Oscar Niemayer.

Terzaghi Claudia





venerdì 25 maggio 2012

Il giorno di più con Hip Hop

Chi non conosce Fabio Volo? Chi non ha mai sentito il suo programma radiofonico almeno una volta alla mattina? Chi, soprattutto noi donne, non ha mai letto un libro di Volo?

Io sono una super fan di Volo; mi sono fatta autografare il suo ultimo libro e sono pure andata come pubblico alla sua nuova trasmissione televisiva su Rai 3, Volo In Diretta. Ovviamente, quando il 2 dicembre 2011 è uscito il suo ultimo film non potevo perdermelo, anche perchè esso è tratto dall'omonimo libro Il Giorno In Più, scritto da Fabio Volo nel 2007, e a parer mio uno dei più belli, se non il migliore. 

Il film è diretto da Massimo Venier e i due attori protagonisti sono Fabio Volo ed Isabella Ragonese, ma altri volti noti sono presenti nel film: Stefania Sandrelli, Hassani Shapi (Lezioni di Cioccolato) e Luciana Littizzetto, che con un minuscolo cammeo, crea molta ilarità.


Giacomo Pasinetti ha 37 anni, vive a Milano e continua ad entrare ed uscire da innumerevoli storielle nonostante amici e parenti cerchino di responsabilizzarlo e indirizzarlo verso la strada dell'amore e del matrinonio. Giacomo, al quale interessa poco di niente e di nessuno, però un giorno capisce che qualcosa è cambiato: la ragazza sconosciuta, che incontra tutte le mattine sul tram 19, lo affascina, lo incuriosisce ma è tanta la paura e l'imbarazzo nel rivolgerle la parola. Turbato dalla novità e dalle pressioni degli altri, il protagonista racconta a tutti di essersi innamorato della ragazza, omettendo che in realtà non la conosce e inventando tutto su di lei e sulla loro storia: Agnese, insegnante di storia dell'arte all'università, amante dei buon libri. Un giorno "la finta Agnese" invita Giacomo a prendere un caffe, l'appuntamento si ripete alla sera, concludendosi con un bacio, ma Michela (vero nome della donna) il giorno dopo partirà per New York. Giacomo, catturato ed ammaliato da Michela, decide di raggiungerla a New York per farle capire che anche se le migliori storie d'amore, spesso finiscono male, non è detto che anche per loro il finale debba essere il medesimo. I due, nella grande mela, giocano a fare i fidanzatini fino a quando la realtà torna nelle loro vite, e tutto si interrompe un giorno prima di quanto la coppia aveva stabilito. Ma Giacomo, innamorato perdutamente, decide di voler recuperare il giorno perso e dà appuntamento a Michela per rivedersi e continuare la loro storia d'amore.

Sia per l'età dei protagonisti del film, sia per il carattere di Michela: nostalgica dei tempi passati non poteva far capolino nel film un must degli anni '80, riproposto oggigiorno con i medesimi trend: l'orologio Hip Hop.


Orologio Hip Hop di Marcello Binda, 1985 e 2010. Prodotto da Gruppo Binda. Il Gruppo Binda nasce nel 1906 in un piccolo centro sul lago Maggiore, quando Innocente Binda apre un piccolo negozio di orologeria al dettaglio, con gli anni è diventata l'azienda più importante del settore, proprietaria di: Breil, Breil Milano, Hip Hop, Freestyle e Vetta. L'orologio Hip Hop nasce nel 1985 come novità; negli anni della disco music, dei colori sgargianti fa capolino un orologio low cost (ai tempi il prezzo non superava 50000 lire). Le caratteristiche?! L'interscambiabilità, il colore e la semplicità. Nel giro di quattro anni furono venduti 2 milioni di pezzi. 25 anni dopo, nel 2010 Hip Hop torna sulla cresta dell'onda, mantenendo le sue caratteristiche originali: 20 modelli in silicone, 3 taglie di lunghezze diverse (da 32mm a 40mm), cinturino interscambiabile ed accorciabile senza l'aiuto di un professionista e 5 profumazioni diverse: vaniglia, pesca, limone, ananas e osmantus ( fiori bianchi). Il quadrante può essere in bianco o in nero, con i numeri arabi o con dei semplici indici; il quadrante ha il movimento al quarzo con il fondello a pressione (marchiato HipHop) in acciaio; inoltre, è resistente ed impermeabile fino a 5 atmosfere, ossia a 50 m sott'acqua. Hip Hop è un orologio per le nuove generazioni, ma anche per i nostalgici degli anni '80. Dato il boom, e la sempre più grande risposta del pubblico, oltre al modello originale, sono state create nuove versioni: Hip Hop con la cassa Ghost (senza numeri e con la cassa trasparente), con la cassa Numbers (per i più piccini che devono imparare a leggere le ore, il quadrante presenta i numeri romani e il cinturino ha 6 colori base: rossa, lilla, nero, azzurro, bianco e verde). Per le donne che non possono trascurare il lato fashion chic, Hip Hop propone la versione Crystal con il quadrante impreziosito da 12 cristalli Swarovsky. Per la stagione a/i è stata pensata una nuova tipologia di Hip Hop, più raffinata, calda ed elegante, nasce: Hip Hop Velvet Touch, dal nome si può dedurre che il cinturino non è più di silicone, ma è più raffinato, morbido, simile al velluto; infatti, il materiale usato è il UV-LUX, brevettato per i rivestimenti di Ferrari e Maserati. I colori della collezione Velvet sono più caldi e con tonalità classiche, il quadrante è impreziosito da cristalli Swarovsky.
Una piccola curiosità, nel 2010 quando tornavano alla rimonta gli orologi Hip Hop è stata fatta una mostra a Busto Arsizio alla fondazione Bandera per l'arte. Uno si chiederà ma cosa centra? Bene, se nel 1985 Hip Hop era il must del periodo per i suoi colori plastici e sgargianti, nello stesso periodo un gruppo di undici artisti, con a capo Luciano Inga Pin, fondava I Nuovi Futuristi, i quali amavano sperimentare nuovi materiali e tinte che poi utilizzavano nelle loro opere irriverenti. In corrispondenza con il ritorno di Hip Hop è stata fatta la personale per mettere a confronto la plastica e i colori degli orologi e delle opere dei Nuovi Futuristi.
Per finire, per chi ama Hip Hop, i colori e la plastica sono finalmente usciti i gioielli targati Hip Hop; medesima è la filosofia, i valori e i trend: colore, profumo e interscambiabilità. 3 categorie: orecchini a bottone con al centro uno Swarovsky tra un anello di silicone, anello in silicone a fascetta o a fedina con Swarovsky a taglio navetta e due bracciali modulari in silicone uniti tra loro da gancetti in acciaio.

Terzaghi Claudia

martedì 3 aprile 2012

Millemium - Nordic - Design


Chi non ha mai sentito parlare del fenomeno editoriale Millenium? A chi non è mai giunto all'orecchio il titolo  Uomini che Odiano le Donne? 

Millenium è il nome della trilogia di tre libri scritti da Stieg Larsson, scrittore e giornalista svedese. L'uomo nel 2004 è morto per un attacco cardiaco e i suoi scritti sono stati pubblicati postumi, riscuotendo il favore del pubblico. Il primo libro si intitola: Uomini che Odiano le Donne (Millenium 1), seguito da La Ragazza che Giocava con il Fuoco (Millenium 2), per terminare con La Regina dei Castelli di Carta (Millenium 3).

La televisione svedese ha poi comprato tutti i diritti per una serie televisiva tratta dalla trilogia e per un film, che è uscito nel 2009, diretto dal regista danese Niels Arden Oplev. La prima trasposizione ha avuto così tanto successo che sono stati portati sul grande schermo tutti e tre i libri.

Due anni dopo, il regista David Fincher propone un adattamento americano del primo capitolo della trilogia, così esce nelle sale Millenium - Uomini che Odiano le Donne (The Girl with the Dragon Tatoo), interpretato da David Craig e Ronney Mara.


Svezia 2006. Il giornalista Mikael Blomkvist che dirige la rivista "Millenium" perde una causa legale per aver diffamato un imprenditore legale, e viene condannato a sei mesi di prigione, ma la condanna definitiva sarà dopo sei mesi, giusto il tempo in cui si svolge la trama. Lisbeth Salander è un hacker asociale, piena di piercing e tatuaggi, la quale a dodici anni ha dato fuoco ad un uomo ed ha perso la capacità di intendere e volere, così il suo patrimonio deve essere gestito da un tutore legale.

I due personaggi si conoscono solo dopo metà del film, essi sono i due lati della stessa medaglia che si congiungono per risolvere un caso di omicidio/scomparsa.

Blomkvist viene rintracciato da Henrik Vanger per scoprire cosa sia successo a sua nipote Harriet nel 1966; la ragazza scomparve una domenica pomeriggio dall'isola dove tutt'ora abita il potente clan, durante una riunione di famiglia. Lo zio, affezionato alla nipote, pensa che sia stato un membro della famiglia ad ucciderla e che per divertirsi, l'assassino ogni anno mandi un quadro ricamato per il compleanno dell'uomo, come la ragazza faceva quando era in vita.  

Il giornalista accetta l'incarico e incomincia ad indagare tra i vari parenti Vanger; nel mentre la Salander è alle prese con il nuovo tutore, un uomo viscido che gli chiede in cambio prestazioni sessuali per avere soldi, fino al giorno che stupra Lisbeth, la quale però si vendica, perchè riprende tutto con una videocamera e lo ricatta successivamente, dopo avergli tatuato "stupratore" sul petto.

Quando Blomkvist incomincia a non trovare una soluzione al caso, gli viene affiancata la Salander per aiutarlo; i due incominciano ad avere una storia fisica e mentale che li porta a risolvere il caso.

Il film di Fincher ha una buona componente di violenza fisica, ma anche mentale, basti pensare alle scene di abuso su Lisbeth e alle torture delle donne da parte dell'omicida; ma tutto ciò rende la trama un gioiellino di design dove sono basilari: estetica e funzionalità. Da aggiungere è che il personaggio interpretato dalla Mara è il vero cuore narrativo ed emotivo, tanto che la stessa attrice si è realmente sottoposta alla pratica di tutti i piercing, per entrare meglio in contatto con il suo personaggio.

Se il film rappresenta un disegno di estetica e funzionalità, doveva esserci per forza un classico del design


Lampada PH 4-3 di Poul Henningsen, 1966. Prodotta da Louis Poulsen. Nel 1924 Henningsen creò una serie di lampade da tavolo, come questa, e a sospensione a più paralumi, studiate per ridurre l'abbagliamento della moderna lampadina elettrica. Nello stesso anno, iniziò a progettare lampade per  Louis Poulsen e nel 1925 ricevette una medaglia d'oro all'Exposition Internationale des Art Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi per la sua prima lampada. Probabilmente l'architetto danese trasse ispirazione da una tazza, una scodella e un piatto impilati quando elaborò le eleganti curve dei paralumi PH, realizzati in vetro opaco o rame smaltato, che emanavano una luce diffusa. La produzione delle PH andò avanti nel tempo, migliorandosi sempre di più e seguendo le gli stilemi delle correnti che Henningsen percorse; infatti, egli denunciò le pretese artistiche del design scandinavo e si schierò a favore di un design più funzionale, che avrebbe portato il Good Design alle masse. Per l'architetto e designer le forme e i materiali tradizionali erano i più adeguati per la realizzazione di prodotti accessibili a tutti.

Terzaghi Claudia

venerdì 16 marzo 2012

Il Californication Jacobsen

Ecco una delle mie serie televisive preferite... Ora, chi non ha mai sentito parlare del telefilm X-Files? Ecco a voi il suo personaggio maschile principale, che è tornato alla ribalta con Californication. Il suo nome é David Duchovny, il quale per il ruolo di Hank Moody ha ricevuto il Gloden Globe come "Miglior Attore per una Serie Brillante".

Californication è una serie statunitense che ha debuttato sullo schermo nel 2007 in America e l'anno successivo in Italia. Ad ora le stagioni andate in onda sono cinque, ed è stata confermata anche la sesta.

La trama: tutto ruota intorno allo scrittore newyorkese Hank Moody e alla sua vita sfrenata. Lo scrittore si trasferisce a Los Angeles per seguire la trasposizione in film di uno dei suoi libri, ma nella città degli angeli vivono anche il suo fidatissimo amico Charlie sposato con Marcy, e le due persone più importanti per Hank: Karen, la ex compagna e Becca, il frutto del loro amore. Con la scusa del trasferimento lo scrittore, ancora innamorato perdutamente di Karen ,cercherà in tutti i modi di recuperare il rapporto e diventare un padre più presente per la figlia... ma ogni volta ci sarà qualcosa che impedirà ad Hank di riuscire nel suo intento, e così  egli sfogherà la sua rabbia nell'alcol e nel sesso, avendo continue storielle di una notte, con donne appena conosciute, che gli porteranno solo guai.

Ogni serie che si rispetti c'è sempre un classico del design, e anche in Californication eccolo:


Sedia Serie 7™, Modello 3107 di Arne Jacobsen, 1955. Prodotta da Fritz Hansen. Seduta in compensato lavorato con stampi, impiallacciatura in tek, base in acciaio tubolare curvato e cromato, piedini in gomma. L'interesse di Jacobsen per la lavorazione a ciclo continuo del compensato derivò dall'influenza dei coniugi Eames e dalla corrente del Modernismo mista all'amore tutto nordico per il naturalismo, ricordando che Jacobsen era danese. La serie 7 fu la prima sedia del designer con quattro gambe, e fu la più venduta grazie al fatto che poteva essere impilabile e avere a piacimento i braccioli o le ruote; e da non sottovalutare è anche la leggerezza e la possibilità di dislocare la seduta in diversi ambienti, dalla cucina o sala da pranzo fino alla camera o l'ufficio. All'inizio della produzione la sedia era venduta in legno di faggio bianco e nero successivamente negli anni, grazie anche alla cooperazione con Verner Panton e Poul Gernes, la gamma di colori fu ampliata. Recentemente l'azienda produttrice Fritz Hansen ha voluto rivisitare la seduta dando l'incarico a sette volti del design per trovare nuove gamme di colore; così, Marten Baar ha scelto il grigio cenere, Nendo il color ciligia, l'italiano Fabio Novembre un viola scuro, Arik Levy il rosa cipria, Autoban un grigio olivastro, Sebastian Bergne il verde prato, Hayon un color alluminio lucido.

Una chicca, la sedia Serie 7™ è diventata celebre anche perchè è stata utilizzata per coprire la nudità di Christine Keeler nelle celebri fotografie di Lewis Morley nel 1963. 

Terzaghi Claudia

giovedì 23 febbraio 2012

Bertoia is Privileged

Chi appena uscito dall'università non ha trovato subito lavoro? Chi non ha mai dato ripetizioni per sbarcare il lunario? Chi ha sempre voluto seguire i propri sogni?

Privileged è la serie statunitense che riassume tutto. Trasmessa nel 2009, è un'unica stagione e si basa sul libro How To Teach Filthy Rich Girls di Zoey Dean.


Nonostante sia stata classifica come teen-drama, data anche l'età delle attrici; Privileged nei suoi 18 episodi tratta con ironia mista a serietà sentimenti contrastanti: amore, amicizia, tradimento (odio)...

Megan, appena laureata a Yale, incomincia un tirocinio in un giornale a New York; quando la licenziano decide di inseguire il suo sogno: scrivere una biografia. Intanto viene contatta dalla magnate dei cosmetici Laurel Limoges per fare la tutor alle sue nipoti. Megan accetta il lavoro e incomincia a scrivere il suo libro. All'inizio il rapporto con le ragazze non è dei migliori, Megan non viene accettata e viene vista come un ostacolo per feste e ricevimenti; ma alla fine le due sorelle Sage e Rose si affezionano a Megan, la quale nel frattenpo, essendo ritornata a Palm Beach deve risolvere i suoi problemi passati: il rapporto con la sorella e il padre, nonchè con la madre scappata quando era piccola. Ad aiutare la ragazza-tutor nella sua avventura c'è Marco, il cuoco di casa Limoges e Charlie, eterno amico innamorato di Megan fin dal liceo. Ma l'amore??? Bhe una sola parola Will...

E... in una super casa di lusso in Florida non poteva mancare un pezzo di design:


Wire Chair, Model N° 420C di Harry Bertoia, 1950-1952. Prodotta da Knoll. Bertoia, italiano di nascita e americano d'addozione, si diplomò alla Technical High School di Detroit dove prese confidenza con i metalli, tanto che successivamente si dedicò per una parte di tempo all'oreficeria. Successivamente, conosciuti i coniugi Eames collaborò con loro in vari progetti, sperimentando con il compensato. Ma la passione per i metalli non venne abbandonata; infatti, nel 1951 Bertoia creò Diamond, la seduta che lo rese popolare. Sulla stessa scia della prima, furono ideate diverse sedie dal nome Wire. Il modello 420C ha una struttura unica con fili d'acciaio rivestiti in vinile curvati e saldati, al di sopra è posto un cuscino amovibile di diversi colori in tessuto e pelle. La seduta risulta confortevole nonostante il materiale usato, si adatta a qualsiasi ambiente in cui viene inserita, che sia una cucina o un soggiorno; la sua versatilità la rende unica e riconoscibile al primo colpo. Le linee semplici nascono all'interno uno studio approfondito delle forme e dei volumi che hanno portato a dire a Bertoia: "le sedie devono prima rispondere a criteri funzionali ed in secondo luogo sono lo studio delle linee e del metallo nello spazio". La Wire Chair 420C per il suo creatore "si compone per la maggior parte di aria ed è attraversata dallo spazio".

Terzaghi Claudia

venerdì 10 febbraio 2012

CONTEST


COMUNICATO STAMPA

SEGNALA IL DESIGN E VINCI! 
Se ami il cinema e il design ecco l'occasione per poterlo dimostrare 
Un divertente gioco che ti permetterà di ...



Milano, 10 febbraio 2012

Ad un anno dall’apertura del blog “Design & Massmedia” si è voluto indire un contest aperto a chiunque ami il cinema, le serie tv ma anche il design e l’arte a tutto tondo.

Come partecipare?
E' sufficiente segnalare il film o il telefilm con il maggior numero di complementi di arredo di design. Più oggetti riconoscete e più avrete la possibilità di vincere. 


COME PRENDERE PARTE AL CONTEST:
  1. iscriversi alla pagina Facebook del blog (perché su essa verrà pubblicato il vincitore) https://www.facebook.com/pages/DesignMassmedia/194061757331258
  2. mandare una mail con il titolo di un film o telefilm  che abbia nella scenografia oggetti o arredi di design indicando il proprio nome, cognome e luogo di provenienza a design.massmedia.blog@gmail.com
  3. attendere l'estrazione del nome del vincitore
PREMIO
Il vincitore del contest riceverà in regalo il libro "Manuale di sopravvivenza energetica" edito da Scienza Express dell'autore e fisico Andrea Mameli..

SCADENZA:
Il termine ultimo è il 31 marzo 2012.


PER INFO: