lunedì 8 ottobre 2012

Com'è bello far... Design

Chi non è mai stato al cinema a vedere una sana commedia all'italiana? Chi non conosce il regista Fausto Brizzi? Chi non adora l'esilarante simpatia di De Luigi e la bellezza mozzafiato della quarantenne Claudia Gerini? Ed infine chi non ha mai parlato di sesso???

Ecco un film che riassume in tutto e per tutto problematiche legate all'amore e al sesso in chiave leggera e scherzosa, ma sempre con un occhio di riguardo alla morale; il titolo?! Com'è bello far l'amore, film uscito nelle sale nel 2012 e che ha riscosso parecchio successo. Come già detto il film è di Brizzi ed il cast presenta pezzi da novanta: De Luigi e Gerini i protagonisti, affiancati da Filippo Timi, Virginia Raffaele e Michele Foresta. Importanti sono i cammei di personaggi noti come: Margherita Buy, Franco Trentalance, il sessuolo Marco Rossi, Lillo, Enzo Salvi ed altri.


Giulia ed Andre, coppia di quarantenni con un figlio già adulto, hanno problemi nella sfera sessuale; ciò rimane in secondo piano grazie alla quotidianità ma quando all'improvviso Max Lamberti, pornodivo americano nonchè amico di Giulia, piomba nella casa e nella vita della coppia tutto cambia. Max improvvisamente diventa il consigliere e il sessuologo prima della moglie, e pian piano del marito, e grazie a lui i due rincontrano l'amore perso attraverso giochetti erotici, preservativi ritardanti, bambole gonfiabili e locali molto trasgressivi.

E che dire delle ambientazioni... parte del film girata in casa o in luoghi chiusi: sexy shop o locali, ed in essi vi sono pezzi di design, conosciuti come la poltrona Sacco e la sedia Eyeball.


Seduta Sacco di Piero Gatti, Cesare Paolini & Franco Teodoro, 1968. Prodotta da Zanotta. Sacco di vinile di forma oblunga riempito di palline di polistirolo espanso ad alta resistenza. I rivestimenti sono svariati tra cui una versione sfoderabile. La Sacco fu selezionata per il Compasso d'Oro nel 1970, ma non lo vinse; ciò non toglie che da subito divenne un pezzo cult del design italiano tale da rimanerlo fino ad oggi; nel 1973 vinse il premio BIO 5 Ljubljana. La Sacco nacque dalla volontà dei tre progettisti di "progettare oggetti il più possibile flessibili, in grado di adattarsi a situazioni, comportamenti e strutture fisiche diverse" come lo stesso Gatti dichiarò; infatti la non-forma della seduta portava finalmente l'oggetto a modellarsi al soggetto in base a suoi stati d'animo. Da sottolineare è anche che la forma e la voluta non struttura preformata della poltrona è nata pensando ai vecchi giacigli contadini, fatti di foglie di castagno. Must have per l'estero, tutti la vogliono tanto che la Sacco è stata esposta in 26 musei internazionali; ma per gli italiani essa non è solo l'apice del design italiano ma anche la seduta che lotta con il famoso Giandomenico Fracchia, interpretato da Paolo Villaggio. Egli è uno sfortunato dipendente che a colloquio con il capo nel suo ufficio, trova seria difficoltà nel sedersi, appunto sulla Sacco. Una curiosità è che, pare sia stata  un'idea di una costumista televisiva di usare la seduta nel film. 


Nel 2008 la Sacco ha compiuto 40 anni e per festeggiare l'anniversario sono stati esposti, al Salone del Mobile di Milano, 40 pezzi Limited Edition con i più strani rivestimenti: lurex, peluches, seta, broccato ed altri


Seduta Eyeball di Eero Aarnio, 1967. Prodotta da Adelta. Struttura esterna in vetroresina a forma di uovo con piedistallo centrale girevole, rivestimento interno arancio-rosso. Successiva alla sua sorella Ball chair, la Eyeball differisce solo per la forma; la prima una semplicissima sfera tagliata per una parte, la seconda più simile ad un uovo, sempre con una parte tagliata, così da creare un abitacolo, una stanza nella stanza. Adatta per gli interni, la seduta permette di estraniarsi dall'esterno grazie alla struttura a guscio che ha doppia valenza: protezione ed isolamento. Riuscendo ad attenuare i rumori esterni, la suddetta poltrona riesce a creare un ambiente di relax e di accoglienza per il fruitore. Caposaldo del design finlandese, la Eyeball strizza l'occhio agli interni come all'architettura a 360°.

Terzaghi Claudia



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